Chirurgia laparoscopica 3D
Nell’ambito del mantenimento di un profilo di eccellenza, le cliniche Paideia e Mater Dei si sono dotate del nuovissimo sistema di visione laparoscopica 3D ad alta definizione (H.D.). La visione 3D, quindi tridimensionale, rappresenta un notevole vantaggio per il chirurgo impegnato negli interventi laparoscopici perché aumentando la percezione della profondità di campo consente di migliorare la percezione dei rapporti spaziali dell’anatomia addominale, velocizzando le procedure, aumentando il livello di sicurezza e migliorando la performance durante le manovre più complesse di dissezione e di sutura. La visione 3D è infatti da sempre associata alla visione della colonna robotica, anch’essa disponibile nelle sale operatorie della Paideia.
Per far meglio comprendere l’unicità del sistema acquisito dalle nostre cliniche, bisogna considerare che la telecamera laparoscopica viene inserita in genere in un unico punto di accesso alla parete addominale: per raggiungere tutti le varie regioni interne nel corso delle procedure più impegnative si usa una ottica angolata a 30° che viene ruotata sul suo asse longitudinale rispetto alla telecamera che resta fissa per consentire visioni laterali senza ruotare l’immagine sullo schermo (cioè senza “perdere l’orizzonte”) .
In questo modo si evita di dover inserire la telecamera in più punti di entrata. Il sistema ottico 3D tradizionale, basato su un sistema di ottiche binoculari parallelo, non consentiva finora questa possibilità rendendo estremamente difficile completare gli interventi di maggiore complessità. La particolarità del nostro sistema 3D risiede nella possibilità di ruotare l’ottica a 30° in tutte le angolazioni possibili (360°) mantenendo stabile l’orizzonte. Questa caratteristica, unica nel suo genere e protetta da brevetto, risolve le problematiche di visione angolare che avevano ostacolato la diffusione delle colonne laparoscopiche 3D in chirurgia laparoscopica.
Il sistema è integrato con telecamera 2D con possibilità di visione nella banda dell’infrarosso integrata con l’uso del verde di indocianina (ICG) per via endovenosa. Quindi durante alcune fasi degli interventi è possibile passare a visione infrarossa per evidenziare la distribuzione dell’ICG nei vasi sanguigni, nei vasi biliari e nella rete linfatica.
Con questa tecnica si controlla meglio la vascolarizzazione dei visceri dopo resezione per aumentare la sicurezza delle suture intestinali, la distribuzione dell’albero biliare in caso di interventi sulla colecisti ed il perfezionamento dell’asportazione dei linfonodi durante le procedure oncologiche.