Prevenzione tumore della prostata: il segreto è giocare d’anticipo
Siamo a novembre, il mese dedicato alla prevenzione urologica e in Paideia International Hospital puoi trovare i tuoi alleati per una corretta prevenzione. Bisogna giocare d’anticipo e superare quell’imbarazzo che tende a frenare gli uomini a parlare con uno specialista di problematiche che riguardano anche la sfera sessuale.
La paura dei controlli
In Italia il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: le stime relative all’anno 2020 parlano di 36.074 nuovi casi l’anno a livello nazionale. Nonostante l’incidenza elevata, il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo e, rispetto al 2015, nel 2020 è stata stimata una riduzione dei tassi di mortalità del -15,6% grazie a migliorie nella diagnosi e nei trattamenti per questa patologia.
Prostatite, iperplasia prostatica benigna, tumore della prostata, calcolosi, infertilità e le disfunzioni sessuali come deficit erettile ed eiaculazione precoce sono alcune delle patologie nemiche degli uomini che associate a stili di vita poco sani (alcool, fumo, sedentarietà, alimentazione scorretta), incidono in modo importante sulla qualità di vita.
Periodicità nei controlli
Si è soliti ricorrere alle visite solo quando le patologie sono già manifeste e conclamate, quando in realtà sarebbe fondamentale iniziare a pensare alla prevenzione urologica già a partire dai 40 anni con controlli periodici, proprio come quelli che le donne fanno con il ginecologo. La frequenza dei controlli può variare, su indicazione dello specialista, soprattutto in presenza di fattori di rischio come l’obesità, il fumo e la familiarità con malattie urologiche, in particolare con il tumore della prostata.
Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della prostata è l’età. Le possibilità di ammalarsi sono scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre sono diagnosticati in persone con più di 65 anni.
Quando si parla di tumore della prostata un altro fattore non trascurabile è senza dubbio la familiarità: il rischio di ammalarsi è pari al doppio per chi ha un parente consanguineo (padre, fratello eccetera) con la malattia rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.
Quando fare la prima visita dall’urologo
L’imbarazzo tipicamente “maschile” non dovrebbe spingere a rimandare o evitare una visita specialistica urologica: si tratta di una visita molto importante soprattutto per il sesso maschile, in quanto molte malattie urologiche ed andrologiche insorgono inizialmente in assenza di sintomi o possono essere del tutto asintomatiche, favorendo un ritardo diagnostico, che potrebbe essere determinante per il tempestivo trattamento e la risoluzione della patologia. La prima visita urologica dovrebbe essere effettuata presso un urologo al momento della maggiore età per valutare lo status dell’apparato riproduttivo maschile. In seguito, è consigliabile sottoporsi regolarmente ai controlli di check-up annuale con lo specialista Urologo. La Società Italiana di Urologia, in accordo con le principali società urologiche internazionali (European Association of Urology, American Urological Association), suggeriscono a tutti gli uomini che hanno raggiunto i 45 anni di età di effettuare, con cadenza annuale, una visita urologica con contestuale dosaggio sierico del PSA. Naturalmente occorre rivolgersi all’urologo con urgenza alla comparsa di sintomi che suggeriscono la presenza di malattie urinarie e/o andrologiche (ematuria, disuria, nicturia, incontinenza urinaria, emospermia, disfunzione erettile, dolore soprapubico, colica renale, ritenzione urinaria).
In cosa consiste la prevenzione urologica
Le ultime indagini statistiche effettuate dalla Società Italiana di Urologia (SIU) indicano che appena il 10% – 15% degli uomini di un’età compresa tra i 45 – 60 anni si sottopone ad una visita urologica di prevenzione, in assenza di sintomi urinari e/o andrologici, mentre 9 maschi su 10 si sottopongono alla visita dallo Specialista Urologo solo in caso di comparsa reiterata di sintomi o in caso di avvenuta diagnosi di patologie a carico dell’apparato urinario o genitale. Da questi dati forniti si può facilmente dedurre che la grande maggioranza della popolazione maschile, a differenza del sesso femminile, non matura la consuetudine e la volontà di sottoporsi a visite specialistiche periodiche e preventive. È sempre l’imbarazzo tipico dell’uomo a frenare il maschio adulto dal sottoporsi alla visita specialistica ed affrontare problematiche che possono interessare, tra le altre cose, la sfera sessuale. Bisogna invece essere attenti e giocare d’anticipo attraverso la prevenzione, che rappresenta da sempre la prima arma per effettuare una diagnosi precoce e trattare tempestivamente sia le patologie tumorali che le patologie benigne, portando ad una remissione sintomatologica ed alla guarigione clinica.
Visita urologica e PSA
Nelle fasi iniziali il tumore della prostata è asintomatico. Viene diagnosticato in seguito alla visita urologica, che comporta in genere esplorazione rettale e controllo del PSA con un prelievo del sangue. Il dosaggio del PSA, cioè del “antigene prostatico specifico”, è un esame del sangue facile da effettuare ed è il marcatore di potenziali problemi alla prostata.
Risonanza multiparametrica
La Risonanza magnetica multiparamentrica è un esame di secondo livello che viene consigliato nei soggetti che allo screening pongono un sospetto. Questo tipo di risonanza magnetica oggi rappresenta la migliore metodica di valutazione dell’anatomia della ghiandola prostatica. Il termine multiparametrico indica l’acquisizione di parametri multipli che sono rappresentati da: anatomia, vascolarizzazione, la densità del tessuto ed il metabolismo. Tramite la risonanza, qualora lo specialista lo richieda, può essere effettuata una agobiopsia eco guidata fusion mirata su target.